La Vita Segreta del Trifide
14ª Puntata: "La fetina 'nnamurata, nuove assunzioni".
Nel giro di poche settimane il Trifide si trasformò in un
attivissimo manager, esaminava gli aspiranti circensi e subito col suo occhio
esperto valutava se aggregarli o no al gruppo sempre più numeroso... già avevano
Cirillo 'o pizzettiere, i due cantanti folk, la civetta, Termy, Anusak, Ahia e
windy, senza contare le pantegane, l'orecchietta Fetina, le giostre e i chioschi
di alimentari...
Ma in questa trasformazione manageriale non perse mai la generosità tipica della
sua razza, pur vivendo in mezzo agli umani non riusciva a tollerare lo
sfruttamento dei deboli, non accettava l'idea di approfittarsi biecamente del
lavoro meschino e infatti fin dai primi giorni risolse con piglio autoritario
due situazioni veramente imbarazzanti...
La prima fu quando facendo il giro di ispezione delle attrezzature riservate al pubblico entrò nei gabinetti e vide un mesto orso bruno lamentarsi mentre puliva i bagni con l'aria afflitta... |
A dire il vero il Trifide lì per lì non aveva capito se
aveva davanti un uomo molto peloso o un vero esemplare di grizzly, conosceva
svariati umani con quel tipo di peluria ma quando finalmente un lampo di
comprensione gli fece capire che era di fronte ad un vero plantigrado subito se
ne fece raccontare la patetica storia e prese una decisione che restituì
all'orso la gioia di vivere...
«Io me ne stavo tutto bello pacifico a Yellowsone» - diceva
il bestione depresso - «rubacchiavo le merende
ai turisti e mi facevo fotografare» - disse con
la voce rotta - «poi
tutto a un tratto vedo alla TV che cercano volti nuovi per due posti di
orsi-velina e mi pare l'occasione della vita, il mondo dello spettacolo, il benessere e la
prosperità, un sexy calendario... basta
mendicare cibo e fare lo scemo per i gitanti»
- continuava a dire il grizzly sconsolato mentre passava la mappina
sulle piastrelle - «e io ho mollato tutto per
venire in Italia a fare un provino per la televisione ... le faremo sapere,
lasci il book....ed ora
eccomi qui a pulire bagni zozzi, a mio cugino almeno gli hanno fatto fare il
pirla con le pile duracell» - e
andava avanti a ripetere con il pianto nella voce che lui avrebbe potuto essere
un artista e invece la sorte ria lo aveva condannato ad un lavoro umile e senza
avvenire...
Mumble... mumble... il povero orso sognava di esibirsi? Non voleva un lavoro umile
e degradante? Ebbene, il nostro pietoso eroe gli chiese quali fossero le sue
aspirazioni e questo con voce incerta, quasi con timore svelò al Trifide il suo
sogno segreto...
«Vorrei fare
balletto classico... il lago dei cigni!
Infondo ballo meglio di Platinette e peso meno...»
e
seduta stante il nostro eroe si convinse a dare una chance alla povera bestia, lo ingaggiò come
ballerino per il numero in pista... nuove attrazioni a buon prezzo per il circo,
pensava il direttore tutto elettrizzato.
Uscendo allegramente dai bagni con la firma dell'orso sul contratto, il GT poi quasi inciampò su
un gattino minuscolo che in silenzio e a capo chino portava due secchi d'acqua
per le pulizie dei locali... si vedeva che era un micetto infelice... provato
dalla vita e senza futuro.
...vedere quella creatura camminare a fatica col peso ingrato dei due secchi fece sgorgare una lacrima di commozione dall'unico occhio del tiranno che subito gli tolse di mano i pesanti fardelli sollevando il gattino dalla fatica.
In pochi minuti lo convinse ad accettare un posto di bigliettaio e security all'entrata del circo... dopo pochi giorni di addestramento e di dieta iperproteica il piccolo micetto si riebbe dai patimenti ed iniziò il nuovo incarico con indefessa applicazione, nessun portoghese senza biglietto avrebbe potuto varcare la soglia del tendone... ore ed ore di immobile posizione di agguato per adocchiare i furbacchioni che volevano entrare senza pagare.
Felice di aver risolto questi due casi patetici se ne
tornò nel carrozzone direzionale per raccontare a Noctua quello che aveva fatto.
La civetta se ne stava nell'angolo più buio del carrozzone, appariva molto
seccata e di umor nero, il Trifide accese la luce e si accorse con orrore che il
sedere della civetta era praticamente senza piume...
«Ma
che hai fatto? Più passano i giorni e più perdi piume? Mica sarai
contagiosa eh?» La civetta borbottò due improperi e poi ricominciò la solfa «E che ci ho colpa io? Non potrebbe usare una biro quello? O il computer? No, deve scrivere con le mie piume e ogni volta mi massacra!» |
Il Trifide che non aveva tra le sue doti aliene la memoria chiese maggiori
dettagli...
«Quello chi? Anusak?
Termy?» poi
schivò per un pelo un portacenere d'acciaio scagliatogli contro dal pollo
collerico... «Il Duca Lucifero!
Dannata bietola! è lui che mi spiuma!»
Il Bietolone ci pensò su...
«Uhm, ancora il Duca, eppure io non l'ho mai
visto qui in giro, se lo vedo...»
Ma in quel momento arrivò la sinistra premonizione del
rapace:
«Lo vedrai, lo vedrai, tra due settimane ci spostiamo a Teano...ebbene tu lo incontrerai in una notte di pioggia sotto il monumento a Garibaldi, lo vedo chiaramente nel futuro...»
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Stava per chiedere altri ragguagli quando udì una vigorosa bussata alla porta e
prima che potesse chiedere chi fosse, la porta si spalancò e Totò Sciannimanico,
il domatore di armadilli, entrò nel carrozzone e come una furia si mise a
farneticare agitandosi come un ossesso...
Totò Sciannimanico era uno dei recenti ingaggi del circo,
dimenticato da Eldo Tirrella nella precipitosa fuga in seicento fu rinvenuto in
un baule da Anusak e subito assoldato come sensazionale attrazione.
Era un ex strepitoso domatore di coccodrilli che, dopo un singolare incidente in cui venne scambiato da un caimano per un arancino al sugo rischiando così di vedersi destituito al ruolo di aperitivo, preferì intraprendere una carriera non violenta iniziando ad addestrare degli innocui armadilli argentini riscuotendo enorme successo, uno in particolare era la stella del numero:
Ramon l'armadillo che ballava il tango delle
capinere e strappava diluvi di applausi ad ogni esibizione... |
Adesso però era sorto un problema di non facile soluzione e come al solito nello stampalato Circo Fogni nulla di ciò che accadeva poteva essere normale nemmeno tra gli animali...
Sciannimanico era imbufalito:
«E
ora Ramon non riesce più ad esercitarsi, quella gli sta sempre intorno con gli
occhi languidi, come lui si muove lei gli va appresso... insomma, direttore, lei
deve fare qualcosa, Ramon non dorme più!»
Il Trifide rimase a bocca aperta... "quella"? Ma
quella chi? Chi era che aveva tolto la pace al povero armadillo?
|
Non ci volle molto a scoprirlo: Fetina, ovvero
l'orecchietta superstite del genocidio del Terminator, si era follemente
innamorata dell'armadillo Ramon e non perdeva occasione per dichiarargli
il suo amore, lo sdentato animale inizialmente da vero latin-lover aveva
sfoggiato su lei il suo fascino, ma da quel momento non aveva più avuto
pace, Fetina gli mandava bigliettini, era sempre in prima fila alle
prove, insomma era un martirio... |
Il Nostro quindi la fece chiamare e duramente le disse di
piantarla, ma lei niente...
«O Ramon o
mi faccio terminare da Termy, senza Ramon la mia vita non ha più senso, amo quel
gaucho e non posso stare senza di lui...»
Effettivamente appariva assai deperita, non dormiva più,
iniziava a rinsecchire ai bordi, perdeva amido, passava le notti a piangere e disperarsi e
quindi ancora una volta il Trifide fu costretto a intervenire...
Fece convocare entrambi e alla presenza del domatore Totò
propose un matrimonio riparatore, riparatore perchè il GT venne a sapere dal
prof. Tentacoli che in effetti Ramon non si era limitato a circuire
l'orecchietta, ma questa era addirittura rimasta incinta! Gli esami e i test non
mentivano!
Insomma mise il mascalzone alle strette e alla fine Ramon fu costretto al
sacramento riparatore che avrebbe restituito l'onore all' orecchietta e il sorriso
a Totò Sciannimanico (oltre a contribuire a rallentare il frullamento di
tentacoli che iniziava ad accompagnare il Gran Tiranno ogni giorno di più nella
conduzione di quel manipolo di pazzi).
L'orecchietta era raggiante e sarebbe pure diventata un'artista da circo,
infatti Ramon aveva deciso di fare il gentiluomo fino in fondo e avrebbe fatto
con lei il numero di tango figurato...
La civetta aveva assistito a tutto e si era divertita,
perso il suo abituale sarcasmo fece addirittura gli elogi al Trifide...
«Ci sai
fare, capo, e pensare che voglio trasferirmi a Hogwarts,
ho già preparato la domanda...»
«Hogwarts? E che è?»
«E' la scuola di magia, conosci Harry Potter? Ah non puoi conoscerlo, ancora non
è uscito; beh, lì prendono civette, gufi, barbagianni e allocchi »
- poi guardò il Trifide con un leggero sarcasmo e aggiunse
- «ma non allocchi come te, prendono gli
allocchi che volano!»
Il Trifide aveva capito ben poco, ma una cosa era chiara,
Noctua intendeva andarsene...
«Ma non puoi andartene, tu devi guidarmi da Lei,
la streghilla ti ha ordinato di guidarmi, se te ne vai io che faccio?»
«Allora capo devi parlare al Duca, se lui se la pianta di strapparmi le penne io
resto, altrimenti vado a Hogwarts, lì c'è Albus Silente che saprà proteggermi
dal satanasso... Tra due settimane lo vedrai, se riesci a convincerlo... bene!
Altrimenti me ne vado... e dammi qualcosa per coprirmi che sento freddo...»
Insomma una grana dopo l'altra, il Trifide era esausto,
non bastava la fetina innamorata, pure la civetta isterica...
Ma non era ancora finita che già un nuovo fragoroso bussare alla porta
interruppe i suoi pensieri...
«Che accidenti c'è ora?»
«Capo, capo! - era Anusak -
bisogna fare qualcosa, al tiro alle paperelle c'è uno
che sta spolverando tutti i premi».
«Ah bene - fece
lui sovrappensiero - se erano sporchi, una
spolverata ci voleva proprio, dagli 1000 lire e ringrazialo...»
«Capo! Sta spolverando nel senso che si sta
fottendo tutti i premi...»
Il direttore era nel pallone più totale, non capiva ancora
bene l'italiano e non sopportava l'abitudine di Anusak di non parlare mai chiaro
e di andare avanti a metafore e doppi sensi... ma che accidenti stava facendo
quello al tiro a segno? Faceva all'amore coi peluches? Inorridì...
Insomma, dopo lunghe spiegazioni riuscirono a fargli capire
i due eufemismi, un tizio stava vincendo tutto!!!
Il Trifide corse allarmatissimo al baraccone e si trovò di fronte a uno spettacolo
inatteso:
...un castoro fanatico con elmetto tedesco delle SS e bazooka di precisione stava annientando le paperelle, a ogni colpo rideva come un pazzo esagitato e ne spazzava via tre o quattro dozzine! La situazione era drammatica, a parte i buchi del bazooka nel fondale del chiosco la cosa peggiore era che si stavano esaurendo tutti i premi disponibili...
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Alla fine si risolse dopo estenuanti trattative anche questo
grattacapo, in cambio di un cessate il fuoco immediato e di una tregua ad
oltranza ingaggiò pure il castoro Otto per il circo e se ne tornò al carrozzone
dove era atteso nel pomeriggio da tre insoliti artisti...
Un cane, un gatto e un topo...
...ci mancavano pure quelli, mancava il canguro e un tricheco e l'Arca di Noè era quasi pronta, il Carciofo stava per svenire dalla disperazione.
Li scrutò a lungo, poi alzò le spalle rassegnato e sospirò. «Ok, voi che sapete fare?»
Non se lo fecero ripetere due volte, il bracco Emerson andò al pianoforte e pestando i tasti con furore si esibì nella versione canina di Honky Tonky Train Blues, cantò poi famosi successi melodici di Bobby Solo e Memo Remigi incantando la platea.
Il gatto metallaro, armato di Gibson elettrica, fece una straordinaria cover di
Johnny B-Goode oltre ad altri classici del rock'n'roll, ma il topo solista riuscì
perfino a far strabuzzar gli occhi alla civetta con una superba interpretazione
di My Way ed altre famose hit di Frank Sinatra...
Insomma, alla fine della performance live il GT era scatenato, pogava e ballava
come un pazzo, dondolava a ritmo i tentacoli brandendo degli accendini
scintillanti; alla fine li scritturò tutti e tre per gli intervalli musicali
dello spettacolo... e finalmente chiudendo la porta della roulotte si lasciò
crollare esausto sul divano...
«Dio che giornata! Non credevo che fare il manager
fosse così massacrante...» - e guardando la civetta che preparava i
bagagli l'apostrofò duramente - «eh no, non puoi
andartene, ci parlo, ci parlo io al Duca, stai tranquilla, vedrai che non ti
spiuma più!"
Quella lo guardò sarcastica - «Intanto io i bagagli li
preparo e se fallisci me ne vado».
Insomma non c'era via di scampo, o convinceva il Duca o avrebbe perso il magico
aiuto di Noctua per trovare la Trifidessa.
«Devo raggiungere lei che mi aspetta, devo convincere
il satanasso ad ogni costo...»
E con questa ferma decisione finalmente riuscì ad addormentarsi.
(fine della quattordicesima puntata)